Rassegna stampa studio Ires sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali nel Lazio

Per la Cgil di Roma e Lazio gli infortuni, le conseguenze e le malattie professionali sul lavoro sono un problema serio. A dirlo, secondo la Cgil, sono i numeri presentati questa mattina (ieri 24 maggio n.d.r) durante l'Attivo dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza al Teatro Colosseo a cui hanno preso parte il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro e il segretario regionale del sindacato Claudio Di Berardino. Gli infortuni denunciati, secondo lo studio Ires-Cgil, nel 2009 (ultimo dato ufficiale) sono 55.604, il 4% in meno rispetto all'anno precedente. A questo dato positivo si contrappone quello della media nazionale: diminuita del 9,7%. Il dato è ancora più preoccupante se si guardano gli ultimi 10 anni, periodo nel quale in Italia gli infortuni sono scesi del 23,1% mentre nel Lazio la percentuale arriva al -2%, concentrata nel 2009. Per la Cgil però il consistente calo del 2009 è dovuto alla crisi economica e alla parallela discesa dell'occupazione.

Per quanto riguarda invece gli infortuni, prendendo in esame quelli denunciati e indennizzati dall'Inail (al 31 ottobre 2010) la media nazionale è di 7,1 mentre nel Lazio è di 7,7. Le fasce d'età più colpite sono quelle giovanili e quelle superiori ai 50 anni, mentre alto è il numero delle lavoratrici coinvolte in incidenti: 37,1% di cui il 73,5% nel settore pubblico. Secondo i dati presentati questa mattina dalla Cgil il 10% degli infortuni del 2009 si sono registrati nel settore industriale, il 9,5 in quello delle costruzioni, il 13,1% nei trasporti, il 35,3% nei servizi e il 19,2% nel settore pubblico. Il nostro protocollo lo abbiamo trasmesso a tutte le prefetture d'Italia - ha detto Pecoraro - investire nella sicurezza non è un costo ma un dovere e la situazione deve migliorare non si possono 'utilizzare' i lavoratori e non investire denaro per la loro sicurezza. L'imprenditore deve essere il primo a volere il bene dei propri lavoratori.

'Grave' è il dato regionale degli infortuni mortali: 87 nel 2008, 103 nel 2009 e 105 nel 2010, una crescita costante. La Capitale e il Lazio sono al primo posto in Italia anche per il numero di incidenti in itinere, quelli che si registrano nel tragitto da e per i luoghi di lavoro. Nella regione aumentano dello 0,4 mentre in Italia diminuiscono del 6,1%, percentuale che determina il primato nazionale con il 36,2% degli incidenti totali; al secondo posto è la Lombardia (29,5%). La nota positiva del Lazio sono le malattie professionali: aumentate a livello nazionale del 15,7% e solo del 2,3% nella regione. In merito a questo ultimo dato i settori a rischio sono i comparti manifatturieri, quello delle costruzioni, dei trasporti e del commercio. Questi dati, da allarme rosso, ci dicono che più cresce la crisi più crescono gli infortuni, anche mortali - ha detto Claudio Di Berardino, segretario della Cgil Roma e Lazio - la mancanza di sviluppo determina l'arte di arrangairsi che si ripercuote sui diritti dei lavoratori. Nel 2010 c'è stato un morto sul lavoro ogni 3 giorni: un dato che non possiamo permetterci. Nessun settore è escluso. Gli osservatori istituiti con il Comune e la Provincia non hanno dato i risultati aspettati anche in merito al coinvolgimento dei lavoratori. Il protocollo sulle procedure e gli appalti firmato con la Prefettura inevece è molto innovativo e merita un'attenzione nazionale. Infine Di Berardino ha concluso denunciando un ruolo assente della Regione a cui chiediamo da un anno di fare una legge sugli appalti e sui controlli: o ognuno svolge il proprio ruolo o si continuerà ad assitere a questa mattanza.

Fonte: Paesesera.it (http://www.paesesera.it/Societa/Cgil-presenta-Numeri-Roma-e-Lazio)

Altri link:

http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/05/24/news/cgil_nel_2009_nel_lazi...

http://www.dire.it/DIRE-LAZIO/lavoro_nero.php?c=39341&m=13&l=it