Come va la vita in Italia? Peggio che nella media dei Paesi OCSE

L'OCSE ha diffuso, nei giorni scorsi, la versione in italiano del Better Life Index, che dal 2011 si propone di misurare le condizioni di “benessere” nei 34 paesi membri (più Brasile e Federazione Russa) su 11 dimensioni che superino la sola misurazione in termini di Prodotto Interno Lordo.

 La fotografia che ne esce per l'Italia non è certamente confortante, dato che il nostro paese si colloca al di sotto della media dei paesi considerati in quasi tutte le dimensioni, sicuramente in quelle più significative. Inoltre, si confermano le larghissime distanze tra le diverse regioni, con condizioni ancora peggiori nel Mezzogiorno.

Secondo l'OCSE, infatti, l’Italia vanta buoni risultati solo in poche valutazioni sul benessere.

Si colloca, infatti, al di sopra della media in quanto a equilibrio lavoro-vita privata e stato di salute; ma al di sotto della media in quanto a impegno civile, abitazione, benessere soggettivo, qualità ambientale, occupazione e guadagni, e istruzione e competenze.

In Italia, il reddito medio disponibile pro-capite aggiustato era pari a 25.166 USD annui, leggermente inferiore alla media OCSE, pari a 25.908 USD annui.

Si riscontra, tuttavia, un notevole divario tra le fasce più ricche della popolazione e quelle più povere: il 20% più ricco della popolazione, infatti, guadagna circa 6 volte le somme guadagnate dal 20% più povero.

In termini di occupazione, in Italia il 56% delle persone di età compresa tra 15 e 64 anni ha un impiego retribuito, al di sotto del tasso medio di occupazione OCSE (65%).

In particolare, in Italia il 66% circa degli uomini ha un impiego retribuito, a fronte del 47% delle donne.

 L'indice sfata anche qualcuno dei molti luoghi comuni diffusi – anche dall'OCSE stessa - sull'Italia, rilevando che la garanzia del posto di lavoro rappresenta un altro fattore costitutivo essenziale della qualità occupazionale. Coloro che si trovano di fronte a un rischio elevato di perdere la propria occupazione sono più vulnerabili, soprattutto nei paesi in cui il sistema di protezione sociale è meno sviluppato. In Italia, i lavoratori hanno una probabilità del 5,9% di perdere il lavoro, una cifra superiore alla media OCSE del 5,4%, dato che colloca il nostro paese al 27esimo posto tra i 36 considerati.

In Italia,il 57% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato il ciclo di istruzione secondaria superiore, al di sotto della media OCSE (75%) e il dato positivo vale più per le donne che per gli uomini, dal momento che il 59% delle donne ha completato con successo il corso di studi secondari superiori, a fronte del 56% degli uomini.

Per ciò che concerne la qualità del sistema di istruzione, lo studente medio ha ottenuto un punteggio pari a 490 in termini di competenze in scienze, lettura e matematica nell’ambito del Programma per la valutazione internazionale degli studenti (PISA) dell'OCSE.

Il punteggio è inferiore alla media OCSE, pari a 497.

Le ragazze hanno ottenuto, in media, 6 punti in più rispetto ai ragazzi. Il divario di genere è, quindi, inferiore alla media OCSE (8 punti).

Per quanto riguarda la dimensione della salute, in Italia la speranza di vita alla nascita è di 82 anni, ovvero due anni in più rispetto alla media OCSE (80 anni).

In particolare, la speranza di vita è di 85 anni per le donne, a fronte di 80 anni per gli uomini.

Il livello atmosferico di MP10 è di 20,6 microgrammi per metro cubo nelle grandi aree urbane, leggermente superiore alla media OCSE (20,1 microgrammi per metro cubo). In termini di qualità delle risorse idriche, solo il 71% degli intervistati si dichiara soddisfatto della qualità dell’acqua, al di sotto della media OCSE (81%).

Per quanto riguarda la sfera pubblica, in Italia si riscontrano un forte senso di appartenenza e livelli elevati di partecipazione civica. Il 90% degli intervistati ritiene di conoscere qualcuno su cui poter contare nel momento del bisogno, ovvero leggermente al di sopra della media OCSE (88%).

L'affluenza alle urne, indicatore della partecipazione dei cittadini al processo politico, è stata del 75% in occasione delle ultime elezioni, ovvero al di sopra della media OCSE (68%), ma la rilevazione non tiene conto delle ultime elezioni Europee e di quelle regionali e locali dello scorso anno. Lo status socio-economico può incidere sull’affluenza alle urne, stimata, rispettivamente, all’85% per il 20% più ricco della popolazione e al 73% per il 20% più povero. Il divario è leggermente inferiore alla media OCSE (13 punti percentuali).

 Per dare alcuni esempi delle larghissime differenze regionali, sulla base degli indicatori regionali dell'OCSE, basti dire che le differenze in termini di occupazione sono tra le più grandi nell'insieme dei paesi OCSE, con la provincia di Bolzano che si colloca nel 15% più alto e la Campania, al contrario, nell'1% più basso della classifica regionale OCSE.

Grandi differenze tra regioni sono state rilevate anche su sicurezza, ambiente e redditi.

Nella dimensione della salute, 18 regioni italiane sono tra quelle con le migliori performance nei paesi OCSE, e altrettanto accade per 12 regioni in termini di sicurezza. Ma, sul versante opposto 6 regioni del Sud sono tra le peggiori classificate in termini di ambiente e due tra le peggiori in termini di servizi. Nel campo dell'istruzione, tutte le regioni italiane risultano sotto la media delle regioni OCSE.

 Nel complesso, gli italiani sono meno soddisfatti della propria vita rispetto alla media OCSE. Quando è stato chiesto loro di esprimere una valutazione complessiva del grado di soddisfazione per la propria vita su una scala da 0 a 10, gli italiani hanno espresso una valutazione pari a 6.0, inferiore alla media OCSE (6.6).

 

L'Italia nelle 11 dimensioni
Abitazione

4.6

Reddito

4.1

Occupazione

5.2

Relazioni sociali

7.2

Istruzione

4.9

Ambiente

5.2

Impegno civile

4.5

Salute

7.7

Soddisfazione

4.6

Sicurezza

8.4

Equilibrio lavoro-vita
7.5
 

Il progetto OCSE Better Life Index

 La qualità della vita sta davvero migliorando? Come stabilirlo? Quali sono gli ingredienti chiave che consentono di migliorare la nostra vita: istruzione, ambiente, sanità, abitazione, orario lavorativo? Il progresso ha la medesima valenza per tutte le persone o in tutti i Paesi e le società?

Sono queste le domande a cui l'OCSE lavora da oltre un decennio sulla tematica del benessere, andando oltre i dati relativi al PIL e passando al vaglio l’insieme dei fattori che influenzano la qualità della vita.

Nel 2011, questi lavori sono confluiti nell’iniziativa OCSE per una migliore qualità della vita, ovvero la Better Life Initiative (“iniziativa per una vita migliore”) che fornisce statistiche volte a misurare gli aspetti della vita che contano per i cittadini.

L'OCSE ha identificato 11 dimensioni essenziali per il benessere, che spaziano dalla salute e l'istruzione all’ambiente, alla sicurezza e alla soddisfazione generale per la propria vita, tenendo altresì conto di parametri più tradizionali quali il reddito.

I due elementi principali di questa iniziativa OCSE sono il Rapporto How’s Life ? (“Come va la vita ?”) e il Better Life Index, ovvero l’indice per la misurazione della qualità della vita.

 Il Better Life Index (BLI) dell’OCSE è uno strumento web interattivo creato per coinvolgere le persone nel dibattito sul benessere, permettendole di esprimere la loro idea di qualità di vita.

Lo strumento invita a confrontare il benessere nei vari Paesi a seconda dell'importanza attribuita agli 11 temi proposti, ovvero: relazioni sociali, istruzione, ambiente, impegno civile, salute, abitazione, reddito, lavoro, soddisfazione di vita, sicurezza e equilibrio lavoro-vita privata.

Dopo aver creato il proprio indice, è possibile mettere a confronto le performances dei Paesi in materia di benessere ed in base all’importanza accordata a ciascuno degli 11 temi, visualizzare ledifferenze tra uomini e donne in termini di benessere in ciascun Paese.

È anche possibile visualizzare il numero di risposte fornite da altri utenti per Paese, età e genere, nonché i temi considerati più importanti per una migliore qualità della vita.

 Il Better Life Index è aggiornato annualmente sulla base di nuovi dati ed include tutti i Paesi OCSE, la Federazione Russa e il Brasile. È attualmente disponibile in inglese, francese, tedesco, portoghese, russo e spagnolo, e, da pochi giorni, anche in italiano.

 ll Rapporto OCSE How’s Life? Measuring Well ‐Being (“Come va la vita? Misurare il benessere”) è pubblicato con frequenza biennale.

Esaminando le condizioni di vita materiali e la qualità della vita delle persone nelle 11 dimensioni esaminate nella Better Life Initiative, il Rapporto offre una panoramica della qualità della vita nei diversi Paesi OCSE e nelle altre grandi economie mondiali.

 Il Rapporto How Was Life? Global Trends in Well-being since 1820 (“Come va la vita? Tendenze globali del benessere dal 1820”) offre una panoramica di 10 dimensioni del benessere dal 1820 ad oggi.

Le linee guida per la misurazione del benessere soggettivo (Guidelines for Measuring Subjective Well-being) forniscono raccomandazioni chiave per misurare la soddisfazione di vita ed altri aspetti del benessere soggettivo.

 Il Rapporto How’s Life in Your Region? Measuring Regional and Local Well-being for Policy Making (“Come va la vita nella tua regione? Misurare il benessere regionale e locale ai fini dell’azione pubblica) misura il benessere delle persone in 362 regioni dislocate nei 34

Paesi OCSE, nell’ambito di 9 dimensioni (reddito, lavoro, alloggio, istruzione, sanità, accesso ai servizi, ambiente, sicurezza e impegno civico).

L'Italia in dettaglio
 

Abitazione

 Secondo l'OCSE, vivere in condizioni abitative soddisfacenti è uno degli aspetti fondamentali dell'esistenza e soddisfa uno dei bisogni primari dell'uomo, quello di protezione. L'abitazione deve anche essere il luogo dove si può riposare e dormire, un luogo che ci garantisce sicurezza, intimità, spazio personale e che consente di avere una famiglia. È la possibilità di soddisfare tutte queste condizioni che ti fa sentire veramente a casa.La spesa abitativa riveste un ruolo centrale nel bilancio familiare e rappresenta la principale voce di spesa per molti individui e famiglie se si prendono in considerazione affitto, gas, elettricità, acqua, mobilio e riparazioni.

In Italia le famiglie spendono in media il 24% del reddito disponibile lordo corretto per la loro abitazione, una quota superiore alla media OCSE del 18%.

Oltre a misurare il livello di spesa abitativa, è anche necessario prendere in considerazione le condizioni di vita, come il numero medio di vani a persona e la presenza di dotazioni di base.

In Italia, l'abitazione media comprende 1,4 vani a persona, contro 1,8 vani a persona in media nell'area dell'OCSE.

Per quanto riguarda le dotazioni di base, in Italia il 98,9 % delle abitazioni dispone di un accesso privato a un bagno interno con scarico, una quota superiore alla media dell'area dell'OCSE pari al 97,6%.

Indicatori

Numero di locali pro capite

1.4 camere

Rango: 26/36

Tendenza 0.0% incremento medio annuo da 2008

Abitazioni con attrezzature sanitarie di base

98.90%

Rango: 23/36

Spese abitative

24%

Rango: 31/36

Tendenza +0.5% incremento medio annuo da 2008

 

Reddito

 Il reddito netto disponibile corretto delle famiglie corrisponde alle entrate che un nucleo familiare guadagna ogni anno al netto di imposte e trasferimenti e rappresenta il denaro a sua disposizione, da spendere per beni o servizi.In Italia, il reddito medio netto disponibile corretto delle famiglie era pari a 25.166 USD pro capite l’anno, un dato leggermente inferiore alla media OCSE pari a 25.908 USD.

 La ricchezza finanziaria di una famiglia consiste nel valore totale del suo patrimonio finanziario, come liquidità o azioni detenute in conti bancari.

In Italia, la ricchezza finanziaria media netta delle famiglie è stimata come pari a 54.987 USD pro capite, un dato inferiore alla media OCSE pari a 67.139 USD.                Le misure della ricchezza di un nucleo familiare comprendenti le attività di natura non finanziaria (terreni e fabbricati) sono attualmente disponibili solo per un ristretto numero di Paesi OCSE e non vengono inserite.

Nonostante un aumento generale negli standard di vita nei Paesi OCSE, nel corso degli ultimi quindici anni, non tutti ne hanno tratto vantaggio in egual misura.

In Italia, il reddito medio netto disponibile corretto della popolazione compresa nel primo 20% di fascia reddituale è stimato come pari a 49.466 USD l’anno, quasi 6 volte quello dell'ultimo 20%, che vive con un reddito stimato pari a 8.903 USD l’anno.

Indicatori
Reddito disponibile delle famiglie

25.166 USD

Rango: 17/36

Tendenza -2.4% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza sociale: Ricchi 5.56 volte rispetto a Poveri

Rango: 24/36

Ricchezza finanziaria delle famiglie

54.987 USD

Rango:10/36

Tendenza -1.5% incremento medio annuo da 2008

 Occupazione

 In Italia, circa il 56% della popolazione in età da lavoro (15-64 anni) ha un’occupazione retribuita. Tale cifra è inferiore alla media dell'OCSE, pari al 65%.

 In linea generale il tasso di occupazione delle persone con un migliore livello di istruzione è più elevato.

In Italia, in base alle stime, il 76% dei titolari di un diploma universitario ha trovato un’occupazione retribuita, contro il 42% per le persone che non hanno conseguito un diploma secondario di secondo grado (maturità). Questo scarto di 34 punti percentuali è in linea con la media OCSE.

 

Le donne hanno sempre meno probabilità degli uomini di trovare un lavoro. In Italia, infatti, il 47% delle donne esercita un’attività professionale. Tale cifra è nettamente inferiore alla media dei paesi OCSE pari al 58% e anche al tasso di occupazione maschile, pari al 66% in Italia.

Questo scarto di 19 punti

Abitazione

Secondo l'OCSE, vivere in condizioni abitative soddisfacenti è uno degli aspetti fondamentali dell'esistenza e soddisfa uno dei bisogni primari dell'uomo, quello di protezione. L'abitazione deve anche essere il luogo dove si può riposare e dormire, un luogo che ci garantisce sicurezza, intimità, spazio personale e che consente di avere una famiglia. È la possibilità di soddisfare tutte queste condizioni che ti fa sentire veramente a casa.

La spesa abitativa riveste un ruolo centrale nel bilancio familiare e rappresenta la principale voce di spesa per molti individui e famiglie se si prendono in considerazione affitto, gas, elettricità, acqua, mobilio e riparazioni.

In Italia le famiglie spendono in media il 24% del reddito disponibile lordo corretto per la loro abitazione, una quota superiore alla media OCSE del 18%

 

La disoccupazione di lunga durata può avere effetti deleteri sul sentimento di benessere e sull'amor proprio, causando un deterioramento delle competenze lavorative e riducendo ulteriormente l'occupabilità.

In Italia, la percentuale della forza lavoro disoccupata da un anno o più è attualmente del 6,9%, una cifra superiore alla media OCSE del 2,8%.

Nei Paesi dell’OCSE, non esiste praticamente differenza, in media, tra uomini e donne per quanto riguarda la disoccupazione di lunga durata.

In Italia, però, tale scarto è relativamente elevato, con un tasso di disoccupazione del 6,5% per gli uomini e del 7,5% per le donne.

In Italia il reddito da lavoro medio annuo era pari a 34.561 USD, inferiore alla media OCSE di 36.118 USD.

In tutti i Paesi dell’OCSE, gli uomini hanno un reddito superiore alle donne, con un divario retributivo medio pari al 15,5%. In Italia gli uomini guadagnano l'11,1% in più delle donne.

 Inoltre, se il 20% della popolazione più agiata guadagna circa 41.189 USD all'anno, il 20% della popolazione più disagiata vive con 24.339 USD all'anno.

 La garanzia del posto di lavoro rappresenta un altro fattore costitutivo essenziale della qualità occupazionale. Coloro che si trovano di fronte a un rischio elevato di perdere la propria occupazione sono più vulnerabili, soprattutto nei paesi in cui il sistema di protezione sociale è meno sviluppato.

In Italia, i lavoratori hanno una probabilità del 5,9% di perdere il lavoro, una cifra superiore alla media OCSE del 5,4%.

Indicatori

Tasso di occupazione

56%

Rango: 33/36

Tendenza -0.5% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.39 uomo/donna

Rango: 31/36

Disuguaglianza sociale: 1.79 volte Ricchi/Poveri

Rango: 18/36

Tasso di disoccupazione di lunga durata

6.94%

Rango: 31/36

Tendenza +0.8% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.15 uomo/donna

Rango: 15/36

Disuguaglianza sociale: 2.18 Ricchi/Poveri

Rango: 11/36

Reddito da lavoro dipendente

34.561USD

Rango: 22/36

Tendenza -0.4% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.17 uomo/donna

Rango: 13/36

Disuguaglianza sociale: 1.69 Ricchi/Poveri

Rango: 2/36

Garanzia del posto di lavoro

5.92%

Rango: 27/36

Tendenza +0.4% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.16 uomo/donna

Rango: 27/36

 Relazioni sociali

 Una salda rete sociale o comunità può sia fornire un sostegno psicologico nelle fasi alterne della vita sia aiutare a trovare lavoro e ad accedere a servizi e ad altre opportunità materiali.In Italia il 90% delle persone ritiene di conoscere qualcuno su cui poter contare in caso di necessità, un livello superiore alla media OCSE dell’88%. Fra uomini e donne esiste una differenza di un punto percentuale, dato che la quota è dell’89% tra la popolazione maschile e del 90% tra quella femminile.

 Se il genere influisce in misura ridotta, il grado di istruzione è invece correlato alla disponibilità di sostegno sociale. In Italia l’87% degli individui che hanno completato il solo ciclo di istruzione primaria afferma di avere qualcuno su cui poter contare in caso di necessità, contro il 92% di quelli che hanno conseguito un’istruzione terziaria.

Indicatori

 Qualità della rete sociale

90%

Rango: 21/36

Disuguaglianza di genere: 1.01 uomo/donna

Rango: 9/36

Disuguaglianza sociale: 1.06 Ricchi/Poveri

Rango: 10/21

Istruzione

 Gli Italiani possono sperare di compiere 16,8 anni di studio, tra i 5 e i 39 anni, ossia un numero inferiore di anni rispetto alla media dell’OCSE pari a 17,7.

 In Italia, il 57% degli adulti di età compresa tra i 25 e i 64 anni ha completato gli studi secondari superiori, ovvero una percentuale nettamente inferiore alla media dell’OCSE pari al 75%.

 Nei Paesi dell’OCSE, un percentuale leggermente più alta di uomini ha un diploma di scuola secondaria superiore rispetto alle donne dello stesso gruppo di età. In Italia, invece, il 59% delle donne ha completato con successo l’istruzione secondaria superiore, a fronte del 56% degli uomini.

 Anche a livello di istruzione terziaria, una percentuale più elevata di donne completa gli studi universitari rispetto agli uomini, il 18% e il 14% rispettivamente. Tale differenza di 4 punti percentuali è in linea con la media dell’area OCSE.

 Il Programma internazionale per la Valutazione degli Studenti (PISA) esamina in che misura gli studenti hanno acquisito, alla fine della scuola obbligatoria (in genere intorno ai 15 anni) alcune conoscenze e competenze, in particolare in lettura, matematica e scienze, essenziali per una piena partecipazione alla società moderna.

In Italia, il punteggio medio ottenuto nel test PISA nel 2012 dagli studenti in lettura, matematica è pari a 490, ovvero inferiore alla media dell’OCSE pari a 497.

Le ragazze superano mediamente i ragazzi di 6 punti, un divario inferiore alla media dell’area OCSE pari a 8 punti.

In Italia, il divario medio tra studenti provenienti da contesti socioeconomici più avvantaggiati e studenti provenienti da contesti socioeconomici più svantaggiati è pari a 83 punti, ovvero inferiore alla media di 96 punti dell’area OCSE. Tale dato sembra indicare che il sistema scolastico italiano fornisce un accesso relativamente equo a un’istruzione di alta qualità.

Indicatori

 Livello di istruzione

57.2%

Rango: 31/36

Tendenza +1.0% incremento medio annuo da 2007

Disuguaglianza di genere: 1.06 uomo/donna

Rango: 24/36

Competenze degli studenti

490 punti

Rango: 24/36

Disuguaglianza di genere: 1.01 uomo/donna

Rango: 17/36

Disuguaglianza sociale: 1.18 Ricchi/Poveri

Rango: 9/36

Durata dell'istruzione in numero di anni

16,83 anni

Rango: 25/36

Disuguaglianza di genere 1.05 uomo/donna

Rango: 22/36

Ambiente

 

Nonostante varie iniziative nazionali e internazionali e un calo delle principali emissioni inquinanti, gli effetti dell'inquinamento atmosferico urbano sulla salute continuano ad aggravarsi e l'inquinamento atmosferico diventerà probabilmente la principale causa ambientale di mortalità precoce entro il 2050.

La concentrazione di PM10 è oggetto di monitoraggio nei Paesi dell'OCSE poiché può essere pericolosa per la salute e ridurre la speranza di vita.

 

In Italia, la concentrazione di PM10 nelle zone urbane, pari a 20,6 microgrammi per metro cubo, è leggermente superiore alla media registrata nei Paesi dell’OCSE di 20,1 microgrammi per metro cubo e alla soglia annua di 20 microgrammi per metro cubo raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

 L'accesso all'acqua potabile è un fattore fondamentale per il benessere umano.

Nonostante significativi progressi compiuti dai Paesi dell'OCSE in materia di riduzione dell'inquinamento idrico, non è sempre facile constatare con precisione i miglioramenti della qualità dell'acqua dolce.

In Italia, il 71% della popolazione afferma di essere soddisfatta della qualità dell'acqua, una percentuale inferiore alla media dei Paesi dell’OCSE, pari all’81%.

 Indicatori

 Inquinamento atmosferico

20.6 microgrammi

Rango: 23/36

Tendenza -5.2% incremento medio annuo da 2005

Qualità idrica

71%

Rango: 31/36

Disuguaglianza di genere: 1.01 uomo/donna

Rango: 8/36

 Impegno civile

 Nelle elezioni più recenti per le quali sono disponibili delle statistiche, l’affluenza alle urne in Italia è stata pari al 75% degli elettori iscritti. Questa percentuale è superiore alla media OCSE del 68%.

In gran parte dell’area dell’OCSE si rilevano scarse differenze tra uomini e donne in termini di quota di votanti. È il caso dell’Italia, dove l’affluenza alle urne è simile per gli uomini e per le donne e stimata rispettivamente pari al 77% e 73%.

 Se il divario di genere è mediamente ridotto, il reddito può invece influire in misura rilevante sul tasso di partecipazione elettorale.

In Italia, l’affluenza alle urne stimata del 20% più agiato della popolazione è pari all’85%, contro il 73% del 20% meno abbiente. Questa differenza di 12 punti percentuali è lievemente inferiore alla media OCSE di 13 punti.

 Le donne sono generalmente in minoranza tra i rappresentanti eletti e la loro quota sul totale, pur essendo lievemente aumentata nell’ultimo decennio, resta ben al di sotto del livello di parità.

In Italia le donne occupano il 31% dei seggi nel parlamento nazionale, più della media OCSE del 28%.

 La legislazione sulla libertà d’informazione consente ai cittadini di accedere a informazioni che non sono state divulgate. Il successo delle politiche attuate in questo ambito presuppone che il pubblico abbia una chiara conoscenza dei propri diritti legali, possa presentare agevolmente le proprie richieste e sia tutelato contro ogni forma di ritorsione. Gli italiani possono presentare una richiesta di informazioni per iscritto, online, per telefono oppure di persona e questo facilita notevolmente l’esercizio della libertà d’informazione. Tuttavia, in Italia non esistono norme sull’anonimato o forme di tutela contro le ritorsioni.

Indicatori
 

Affluenza alle urne

75,19%

Rango: 13/36

Tendenza -1.1% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.06 uomo/donna

Rango: 27/36

Disuguaglianza sociale: 1.16 Ricchi/Poveri

Rango: 22/36

Consultazione sull'attività legislativa

5.0 indice

Rango: 28/36

Tendenza +12.6% incremento medio annuo da 2005

 

Salute

 Nel corso degli ultimi decenni, la maggioranza dei Paesi OCSE ha registrato ampi progressi nella speranza di vita, grazie ai miglioramenti nelle condizioni di vita, agli interventi sulla salute pubblica e agli avanzamenti nell'assistenza medica.

La speranza di vita alla nascita in Italia si attesta a 82 anni, due anni superiore rispetto alla media OCSE di 80 anni. La speranza di vita per le donne è di 85 anni, rispetto agli 80 degli uomini, in linea col divario medio di genere dell’area OCSE, pari a cinque anni, con una speranza di vita pari a 82 anni per le donne e a 77 per gli uomini.

 Sebbene molti altri fattori (come standard di vita, stile di vita, istruzione e fattori ambientali) abbiano un impatto sulla speranza di vita, quest’ultima è tanto più elevata quanto più elevata è la spesa per l'assistenza sanitaria per persona.

Alla domanda “Come va la tua salute in generale?” il 66% delle persone intervistate in Italia ha dichiarato di godere di buone condizioni di salute, una percentuale inferiore rispetto alla media OCSE del 68%.

Nonostante la natura soggettiva della domanda, le risposte ricevute si sono rivelate un buon indicatore del futuro ricorso all'assistenza sanitaria da parte della popolazione. Le risposte a questa domanda possono variare in base al sesso, l'età e la condizione sociale dell’intervistato.

Nei Paesi OCSE, gli uomini hanno in media maggiori probabilità di dichiarare una buona salute rispetto alle donne, con una media del 70% per i primi e del 66% per le seconde.

In Italia, la media è pari al 70% per gli uomini e al 62% per le donne. Non sorprende che le persone più anziane dichiarino di avere una salute più precaria, così come quelle disoccupate o con un livello di istruzione o di reddito inferiori.

 Il 74% circa degli adulti nel Paese, con un reddito disponibile compreso nel 20% più elevato, indica che la propria salute è “buona” o “molto buona”, rispetto a circa il 63% dei soggetti il cui reddito disponibile è compreso nel 20% più basso.

Indicatori
Speranza di vita

82 anni

Rango: 5/36

Tendenza +0.2% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.06 donna/uomo

Rango: 15/36

Stato di salute percepito

66.1%

Rango: 22/36

Tendenza +0.5% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 1.12 uomo/donna

Rango: 28/36

Disuguaglianza sociale: 1.17 Ricchi/Poveri

Rango: 5/36

Soddisfazione

 La felicità – o benessere soggettivo – può essere misurata in termini di soddisfazione di vita, presenza di esperienze e sensazioni positive, nonché assenza di esperienze e sensazioni negative. Benché soggettivi, tali indicatori costituiscono un utile complemento a dati oggettivi al fine di mettere a confronto la qualità della vita nei diversi Paesi esaminati.

Quando è stato chiesto loro di valutare il grado complessivo di soddisfazione di vita in una scala da 0 a 10, gli italiani hanno espresso una valutazione pari a 6.0, pertanto inferiore alla media OCSE (6.6).

 

E’ esiguo il divario uomini-donne rilevato nei Paesi OCSE in termini di soddisfazione di vita. In Italia, le valutazioni espresse dagli intervistati sono rispettivamente pari a 6.2 per gli uomini e 5.9 per le donne.

 Per contro, se si guarda al grado di istruzione degli intervistati, in numerosi Paesi OCSE si evincono chiare differenze nei rispettivi livelli di soddisfazione di vita.

In Italia, coloro che hanno completato soltanto il ciclo di istruzione primaria riferiscono un livello di soddisfazione pari a 5.7, mentre la valutazione si eleva fino a 6.6 per gli intervistati aventi un’istruzione di livello terziario.

Indicatori
 

Soddisfazione per la propria vita

6.0

Rango: 27/36

Disuguaglianza di genere: 1.05 uomo/donna

Rango: 32/36

Disuguaglianza sociale: 1.17 Ricchi/Poveri

Rango: 20/29

 

Sicurezza

 Il senso di sicurezza personale è un elemento essenziale del benessere degli individui.Nel corso degli ultimi cinque anni nei Paesi OCSE si è registrata una generale diminuzione del numero di casi di violenza contro la persona. In Italia, il 4,7% degli intervistati ha riferito di essere stata vittima di aggressioni nel corso dei dodici mesi precedenti, pertanto al di sopra della media OCSE, pari a 3,9%.E’ appena superiore a 1 punto percentuale il divario uomini-donne in termini di tassi di aggressioni, rispettivamente pari a 5,4% per gli uomini e 4,1% per le donne.

 

Il tasso di omicidi (numero di omicidi ogni 100.000 abitanti) costituisce un indicatore più attendibile del livello di sicurezza esistente in un Paese, perché, a differenza di altri crimini, gli omicidi sono, di norma, denunciati alle forze di polizia.

Secondo i più recenti dati OCSE, in Italia il tasso omicidi è pari a 0,7, ovvero di gran lunga inferiore alla media OCSE (4,0). In particolare, in Italia il tasso omicidi è pari a 1,1 per gli uomini e 0,4 per le donne.

Sono le donne a sentirsi meno al sicuro per la maggiore paura di subire aggressioni sessuali, la sensazione di dover proteggere anche i propri figli, nonché il timore di essere considerate in parte responsabili.

Indicatori
Tasso di aggressioni

4.7%

Rango: 25/36

Disuguaglianza di genere: 1.34 uomo/donna

Rango: 20/36

Tasso di omicidi

0.7 omicidi

Rango: 14/36

Tendenza -0.1% incremento medio annuo da 2006

Disuguaglianza di genere: 2.75 uomo/donna

Rango: 23/34

 

Equilibrio lavoro-vita

La capacità di conciliare con successo lavoro, impegni familiari e vita personale è importante per il benessere di tutti i membri del nucleo familiare.

Un aspetto importante dell’equilibrio tra lavoro e vita privata è la quantità di tempo trascorso sul posto di lavoro: è comprovato che orari lavorativi lunghi possono danneggiare la salute personale, compromettere la sicurezza e aumentare lo stress.

La percentuale di dipendenti che lavora oltre 50 ore la settimana non è molto numerosa nei Paesi OCSE.

In Italia, il 4% circa dei dipendenti ha orari lavorativi molto lunghi, meno della media OCSE del 13%. È maggiore, nel complesso, il numero di uomini che trascorre molte ore al lavoro: il 5% degli uomini nel Paese ha orari lavorativi molto lunghi, a fronte del 2% delle donne.

 

La quantità e la qualità del tempo libero sono importanti per il benessere generale e possono essere fonte di ulteriori benefici per la salute fisica e mentale.

In Italia, un lavoratore a tempo pieno dedica, in media, il 62% della sua giornata, o 15 ore, alla cura personale (mangiare, dormire, ecc.) e al tempo libero (socializzazione con amici e familiari, hobby, giochi, utilizzo di computer e televisione, ecc.), in linea con la media OCSE.

Un numero minore di ore di lavoro retribuito per le donne non significa necessariamente che esse hanno più tempo libero a disposizione. Gli uomini in Italia dedicano approssimativamente 15 ore al giorno alla cura personale e al tempo libero e le donne 14.

Indicatori
Dipendenti con una giornata lavorativa molto lunga

3.7%

Rango: 10/36

Tendenza -0.3% incremento medio annuo da 2008

Disuguaglianza di genere: 2.56 uomo/donna

Rango: 15/36

Tempo libero e cura della propria persona

15.0 ore

Rango: 15/36

Disuguaglianza di genere: 1.07 uomo/donna

Rango: 36/36