CROLLANO INVESTIMENTI PER IMPRESE, FORMAZIONE E AMBIENTE, AL SUD LA MAGLIA NERA. BARBI (CGIL): POLITICA DEI TAGLI HA MOLTIPLICATO LA CRISI, BISOGNA CAMBIARE STRADA

Nel periodo 2008-2011 nel Sud -23,73% di investimenti nelle politiche produttive, -12% nella formazione, -19,81% nelle politiche ambientali.

Una stretta drammatica degli investimenti che ha aggravato  pericolosamente la dinamica recessiva, incidendo con particolare asprezza sul Mezzogiorno, ha caratterizzato gli anni della crisi e in qualche caso li ha preceduti.  Il 1° Rapporto dell’Osservatorio per la spesa pubblica, promosso dall’Associazione Bruno Trentin-Isf-Ires della Cgil e dalla Fondazione Luoghi Comuni, coordinato da Giorgio Macciotta, conferma e aggrava l'allarme ripetutamente lanciato dalle forze sociali.    

        Il rapporto completo dell'Osservatorio verrà presentato nei prossimi giorni.  Le schede che anticipiamo, in vista del varo della Legge di Stabilità,  rappresentano comunque un utile contributo alle scelte che il governo si appresta a compiere. In particolare si intende mettere in luce il percorso che ha caratterizzato la spesa pubblica nel corso degli anni, con specifico rifermento alla dinamica negli investimenti, nelle politiche produttive, nelle infrastrutture, nelle politiche ambientali e della formazione e ricerca, con particolare attenzione alle scelte negli anni della crisi.

     Le tavole che presentiamo segnalano una dinamica destinata ad incidere negativamente sul PIL, favorendo pertanto la fase recessiva piuttosto che contrastarla, mentre la domanda interna veniva già depressa  per gli interventi del fisco, per l’andamento delle retribuzioni e per gli interventi sui redditi da pensione.

     Tale giudizio è avvalorato dalle tavole che qui riportiamo. La Tav.1, dedicata alle spese per infrastrutture, indica nel periodo che va dal 2008 al 2011, una dinamica appena positiva (0,3%) a fronte di un +10,9% che aveva caratterizzato il quinquennio precedente e sostenuta soltanto dai progetti finanziati con i fondi europei già precedente stanziati.

      Allarmante (Tav.2) è, invece, la lettura della dinamica delle spese per le politiche produttive e dei servizi in cui, dopo il calo pesantissimo e pressoché uguale che aveva caratterizzato il quinquennio 2002-2007 nelle due macro ripartizioni territoriali (-62,3% nel Centro-Nord, -64,8% nel Sud, effetto delle continue politiche all'insegna dei tagli lineari di spesa, ma anche della bassa inflazione e della stabilità del cambio coneguente all'introduzione dell'euro), si verifica un ulteriore notevole ridimensionamento nel Mezzogiorno (-23,7%) a fronte di una pallida ripresa nel Centro-nord (+1,7%) che comunque ancora non è in grado di consentire il recupero rispetto al 2002-2007.

    Anche nelle politiche ambientali, settore di interesse strategico per l’innovazione tecnologica e il risparmio energetico, si assiste nel quinquennio 2008-2011 ad una dinamica negativa in entrambe le macroripartizioni (Tav.3), finiti gli effetti degli investimenti degli anni precedenti.  Ma, di nuovo, è il Mezzogiorno che si caratterizza con un calo più forte: -19,8% rispetto al -12,5% del Centro-Nord.

      Si confermano, infine, molto pesanti  i tagli nella formazione e nella ricerca. Nella Tav.4 si vede che, a livello nazionale, nel periodo che va dal 2008 al 2011 il calo della spesa sia stato del 6,6%, negativo per entrambe le macroripartizioni, ma più intenso nel Mezzogiorno (-12,0% a fronte di -3,5% nel Centro-Nord).

Va poi aggiunto che, il Rendiconto generale dello Stato per il 2012, per i parametri qui esaminati, continua ad indicare ulteriori riduzioni a fronte di una pressione fiscale che in questo anno ha raggiunto il 44,0% in aumento dell’1,4% rispetto all’anno precedente.

      I dati dell'Osservatorio sono stati elaborati dalle pubblicazioni Istat, Banca d'Italia, dei Dipartimenti delle politiche di sviluppo e delle politiche fiscali del Ministero dell'Economia.   

  Alleghiamo, oltre alle tabelle di riferimento, un commento del Segretario confederale Cgil Danilo Barbi.