Omicidi a Tortolì
«È per rendere onore alla figura di Franco Pintus, assassinato il 13 aprile 1997, la sera di una domenica, mentre rientrava a casa con la famiglia dopo una cena in pizzeria, che abbiamo deciso di pubblicare questo volume.
«È per rendere onore alla figura di Franco Pintus, assassinato il 13 aprile 1997, la sera di una domenica, mentre rientrava a casa con la famiglia dopo una cena in pizzeria, che abbiamo deciso di pubblicare questo volume.
Questo libro nasce per celebrare i 100 anni del Sindacato ferrovieri italiani (Sfi), che venne fondato al congresso di Roma tenuto dal 26 aprile al 1° maggio 1907, unificando le precedenti organizzazioni della categoria. Dipendenti prima da poche grandi compagnie, poi, dopo il 1905, dall’azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, i ferrovieri erano lavoratori nuovi, addetti al progresso tecnologico e inquadrati in un ambiente «paramilitare» rigidamente gerarchico, rimasto quasi immutato negli anni e ben percepibile dai berretti gallonati in uso fino a poco tempo fa.
È il 27 ottobre del 1956. Di fronte alla decisione dei sovietici di intervenire militarmente in Ungheria, la Segreteria della Cgil assume una posizione di radicale condanna dell’invasione destinata a stroncare nel sangue la domanda di democrazia e di partecipazione reclamata dalla rivolta operaia e popolare ungherese e sostenuta dal governo legittimo di Imre Nagy. La condanna non è soltanto dell’intervento militare: il giudizio è netto e investe tanto i metodi antidemocratici di governo di quelle società, quanto l’insufficienza grave dello stesso movimento sindacale di quei paesi.
Giunto dal Pci alla Cgil durante il Congresso del 1949 e subito posto alla guida dell’Ufficio organizzazione, Novella assunse il ruolo di «costruttore» della moderna confederazione grazie al suo impegno a favore del rafforzamento delle strutture organizzative e di un nuovo radicamento nei luoghi di lavoro realizzato con le sezioni sindacali aziendali.
Dal 1944 al 1962 la provincia di Ragusa vide il sorgere e poi il consolidarsi di una forte Cgil. Lo sviluppo delle campagne e delle industrie, il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori, delle lavoratrici e dei pensionati furono al centro delle lotte organizzate dai gruppi dirigenti provinciali e dalle Camere del lavoro dei dodici Comuni della provincia negli anni difficili e ricchi di passione dell’immediato dopoguerra e fino agli inizi del boom economico.
Lungo una più che secolare vicenda storica, la Cgil e il sindacato italiano hanno ridefinito la propria identità in relazione tanto ai mutamenti intervenuti nel mondo del lavoro, passando da una società rurale a una società industriale e infine a una società dell’informazione, quanto alle istanze della cittadinanza democratica. Nel pensiero e nell’azione di Luciano Lama (1921-1996) sussiste un fecondo «corto circuito», continuamente riemergente, tra il sindacato, le trasformazioni del lavoro e la «qualità» della democrazia repubblicana.
Una personalità del movimento operaio e socialista italiano, quale quella di Oreste Lizzadri, doveva essere degnamente ricordata nel centenario della fondazione della Cgil.
Il libro narra le vicende storiche della sinistra sindacale, un’area eterogenea del sindacalismo italiano, trasversale alle tre principali Confederazioni, presente soprattutto in alcune categorie industriali e in alcune strutture territoriali, e portatrice di istanze radicali sia sul piano rivendicativo che organizzativo. La ricerca ricostruisce circa un ventennio di storia politica, economica, sociale e sindacale italiana, compreso tra i primi anni sessanta e la fine degli anni settanta, utilizzando un’ampia documentazione inedita d’archivio e un ricco materiale a stampa.
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