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di vittorio

A Cerignola si celebra il sindacato e la cittadinanza attiva nel nome di Giuseppe Di Vittorio

Articolo originariamente pubblicato sul sito Liberaeta.it

Un viaggio nei luoghi della memoria, ma con lo sguardo rivolto al futuro. Il 12 giugno, nella ristrutturata Camera del Lavoro di Cerignola, città natale di Giuseppe Di Vittorio, lo Spi Cgil nazionale assieme allo Spi Cgil Puglia, ha presentato il progetto “In cammino con Giuseppe Di Vittorio”. Un’iniziativa che intreccia generazioni, territori e linguaggi, per rendere omaggio al sindacalista che seppe parlare ai braccianti del Sud come agli operai del Nord. E che oggi, ancora, ha molto da dire. Un momento di riflessione collettiva che ha visto la partecipazione di esponenti del sindacato, delle istituzioni e della Fondazione Di Vittorio, con l’obiettivo di rinnovare l’impegno verso la giustizia sociale, il lavoro dignitoso e i diritti delle persone più fragili, valori al centro dell’opera di Di Vittorio. Ad aprire l’iniziativa sono stati Gianni Palma della Cgil Foggia che ha sottolineato “Siamo felici di ospitare compagni e compagne da tutta Italia. È solo l’inizio di nuovi scambi e connessioni. Qui, in questa terra difficile, è nata gran parte della nostra storia sindacale. Di Vittorio è il simbolo dell’emancipazione possibile, dell’unione tra lotte e partecipazione.”

C’è stato anche il momento dei saluti della vicesindaca Maria Dibisceglia che ha ringraziato la Cgil per il grande lavoro che svolge sul territorio “In un momento come questo in cui i diritti sono in pericolo, è grazie a questa presenza se possiamo ancora difendere chi è più fragile“, e del sindaco di Cerignola, Francesco Bonito, che ha sottolineato l’orgoglio della comunità locale nell’ospitare un evento così significativo: “Di Vittorio è la storia migliore di questa terra. Un figlio del popolo che ha saputo parlare a tutta l’Italia con la forza del lavoro e della dignità umana.”

Michele Tassiello, segretario generale dello Spi regionale, ha ricordato come l’eredità del grande sindacalista sia ancora oggi una bussola per l’azione sindacale: “La memoria ha senso solo se la fai vivere nel presente. Il documentario evidenzia il carisma di Di Vittorio in un tempo in cui serviva tenere alta la bandiera del riscatto. Oggi la Puglia è una terra dove si lavora in condizioni disumane. Ma i migranti non ci portano via il lavoro: fanno i lavori che nessuno vuole più fare. Il messaggio di Di Vittorio parla anche a loro, e ai giovani. La nostra battaglia quotidiana contro le disuguaglianze e per la difesa dei pensionati e dei diritti sociali nasce dalla lezione di Di Vittorio”.

Lo storico Giovanni Rinaldi, curatore della mostra fotografica “Giuseppe Di Vittorio nella sua Puglia”, ha lanciato un messaggio chiaro: “A che serve la conoscenza, se ce la teniamo per noi? Di Vittorio leggeva il giornale ai braccianti. La conoscenza è utile solo se la condividiamo.” A fare da cornice all’evento, è stata anche l’inaugurazione della mostra “Di Vittorio è un’opera d’arte”, arricchita dalla collezione permanente di scatti storici “Giuseppe Di Vittorio nella sua Puglia”. Un progetto che guarda al passato ma parla al presente, coinvolgendo giovani, istituzioni e società civile.

Durante la giornata è stato proiettato in anteprima il cortometraggio “Giuseppe Di Vittorio – Voci e strade senza tempo, prodotto da De Vision Communication con la regia di Fabrizio Pastore, un racconto che ripercorre i momenti salienti della vita del sindacalista: dall’arresto nel carcere di Lucera nel 1911, al ruolo nella Costituente, fino all’impegno nel biennio rosso.

Nella mattinata lo Spi Puglia ha lanciato anche “In cammino con Giuseppe Di Vittorio”, un progetto che mira a coinvolgere pensionati e giovani in un viaggio intergenerazionale lungo i luoghi simbolo della vita e dell’impegno del sindacalista pugliese, da Cerignola a Bari. Il percorso toccherà le tappe chiave della sua formazione: Orta Nova, Minervino Murge, Lucera, Andria e Bari — città teatro di violenze fasciste e battaglie operaie. Interessa qui anche la valorizzazione del progetto socioculturale Altereco Terra Aut, cooperativa che opera su terreni confiscati alla mafia con finalità di inclusione sociale e lavorativa, protagonista dei futuri «Campi della legalità» estivi. Si parte da Cerignola, città natale di Di Vittorio, dove nei primi anni del Novecento visse le sue prime esperienze di riscatto contro l’asservimento imposto ai cafoni, i lavoratori della terra. Si prosegue a Minervino Murge, dove nel 1911 diresse la Camera del Lavoro, e a Lucera, dove fu incarcerato per tre volte — due delle quali sotto il regime fascista — per il suo impegno in difesa dei diritti dei lavoratori. Ancora, Andria, e poi Bari, teatro nel 1922 della sua strenua difesa della Camera del Lavoro dagli attacchi armati fascisti.
“Un cammino – racconta ancora Tassiello – che raccoglie il messaggio di Di Vittorio e lo rilancia nella Puglia di oggi, ancora attraversata da problemi che si intrecciano con quelli del passato: ingiustizie, disuguaglianze, sfruttamento. In una terra dove il caporalato continua a colpire soprattutto i lavoratori migranti, sfruttati senza tutele, ma indispensabili per la sopravvivenza del comparto agricolo. Lo Spi regionale invita chi lo vorrà a seguire questo cammino: un viaggio nella memoria delle lotte e delle conquiste del passato, ma anche un’occasione per riflettere sull’evoluzione — nel bene e nel male — di una regione che oggi è anche meta di importanti flussi turistici”.

Scarica la brochure del percorso

Due gli interventi più storici, quello di Francesco Palaia dello Spi Cgil nazionale e di Francesco Sinopoli, presidente della Fondazione Di Vittorio.

Palaia ha ricordato come Di Vittorio sia stato “molto più di un sindacalista: è stato la voce dei braccianti senza voce, il volto del riscatto di un Sud dimenticato. Il suo percorso, iniziato da adolescente nelle campagne di Cerignola, si intreccia con le grandi battaglie del Novecento. Comunista atipico, sempre fedele ai lavoratori più che agli schemi di partito, ha costruito un’idea di sindacato come casa democratica, autonoma e radicata nella realtà viva del popolo. Di Vittorio ha creduto in una democrazia vera, che abbatte i privilegi e restituisce dignità. È stato uno dei pochi a denunciare l’invasione sovietica dell’Ungheria, ribadendo che i diritti dei lavoratori non hanno confini. La sua eredità attraversa i decenni, fino ad arrivare alle baracche dei braccianti di oggi, dove lo sfruttamento non è scomparso. Oggi, sarebbe uno di loro: a combattere, a organizzare, a non piegarsi. Perché la sua vita è stata un esempio di coerenza, sacrificio e coraggio. Un simbolo potente di libertà e giustizia che continua a parlarci”.

Scarica l’intervento di Francesco Palaia (pdf)

Sinopoli invece ha sottolineato come il sindacalista non sia “una figura del passato da commemorare, ma una voce viva e potente nel presente. Uomo del popolo, bracciante autodidatta, attraversò guerre, ingiustizie, sfruttamento, diventando guida morale e politica del movimento dei lavoratori. Fu un comunista antidogmatico, visionario e pragmatico, che intuì l’importanza dell’unità sindacale, della partecipazione popolare e dell’autonomia del sindacato come soggetto politico. In un’Italia spaccata, diede dignità ai “cafoni”, trasformandoli da esclusi a protagonisti della democrazia costituzionale. Costituente, stratega e anticipatore del sindacato dei diritti, vide nella cultura e nell’istruzione strumenti di liberazione. Parlava di pace quando il mondo gridava guerra, e affermava che il lavoro è creatore di civiltà, fratellanza e futuro. Oggi, nel pieno di crisi ambientali, guerre e diseguaglianze, il suo messaggio – costruire giustizia sociale partendo dalla dignità del lavoro – è più urgente che mai. Di Vittorio non fu solo un gigante della CGIL: fu il simbolo del riscatto di un popolo intero”.

Scarica l’intervento di Francesco Sinopoli (pdf)

Nella mattinata poi gli studenti e le studentesse del Liceo Artistico Zingarelli – Sacro Cuore hanno svelato bozzetti a tema Di Vittorio, creati appositamente per un murale che sarà realizzato in autunno nella stessa Cerignola.

In chiusura, Stefano Landini, della segreteria nazionale Spi, ha evidenziato il significato politico e culturale del progetto: “Collocare la riflessione su Di Vittorio nel contesto dei 120 anni della Cgil è un atto doveroso. Abbiamo ristrutturato questo luogo con l’obiettivo di accogliere delegazioni e studenti, per far conoscere la storia, il contesto, e non lasciare che la memoria diventi solo museale.” E ancora, uno sguardo critico al presente e al futuro: “Viviamo in un paese segnato da disuguaglianze, precarietà e basse retribuzioni. La nostra strategia deve contrastare questa ‘rivoluzione reazionaria’ che ha cambiato l’alfabeto sociale. Di Vittorio ha insegnato dignità. Ha inventato lo Spi, l’anima confederale della Cgil. Le leghe dello Spi sono luoghi di diritti, dove ancora oggi si raccolgono i bisogni reali delle persone.” Landini ha ricordato anche una delle battaglie più attuali del sindacalista cerignolano: “Nel 1949 Di Vittorio pose la questione del salario minimo. Nonostante tutto, siamo ancora qui a combattere per quella che dovrebbe essere una conquista elementare.”

Un filo rosso, dunque, collega i braccianti del primo Novecento ai giovani di oggi. Come ha ribadito Tassiello: “Il murales lo realizzeranno i ragazzi, perché loro sono il nostro cammino verso il futuro.”