Verso il 21 marzo. Giornata nazionale per ricordare le vittime della mafia

Lo Spi – Cgil ha pubblicato un volume dedicato alle tante vittime delle lotte sindacali, a cominciare dal Regno d’Italia fino ai giorni nostri.

Quando si pensa ai martiri per la giustizia e la libertà in tempo di pace, i primi che vengono in mente sono magistrati, poliziotti, carabinieri, o anche politici e giornalisti. Ma c’è un’altra categoria a cui d’istinto non si pensa, eppure ha svolto storicamente e svolge tutt’ora una battaglia fondamentale, lasciando sul terreno dello scontro con la criminalità e l’anti – Stato molti dei suoi esponenti. E’ il sindacato. Lo Spi – Cgil, sindacato dei pensionati, ha colmato la lacuna della mancanza di un saggio che definisse l’importanza di questa lotta che dura da 150 anni, sin dall’unità del Regno d’Italia del 1861 (con la prima vittima di mafia, il garibaldino Giuseppe Montalbano). Un arco temporale costellato degli omicidi di rappresentanti e di dirigenti sindacali italiani, ricordati attraverso le loro storie e il racconto del contesto sociale e politico in cui quei delitti sono stati compiuti, nonché le immagini tratte dall’archivio fotografico della Cgil. Il volume, edito da Libertà Edizioni (173 pagine, 12 euro) si intitola “Terre e libertà. Storie di sindacalisti uccisi dalla mafia” e si deve in gran parte al riminese Roberto Battaglia (del dipartimento legalità dello Spi – Cgil) che ha raccolto in diverse schede le varie epoche attraversate dalle cruente lotte sindacali, dai fasci siciliani alla nascita del movimento antimafia.

Alla prefazione di Daniela Cappelli, segretaria nazionale Spi – Cgil, e di Ivan Pedretti, segretario generale Spi – Cgil, e dell’introduzione di Carlo Ghezzi della Fondazione Giuseppe Di Vittorio (grande segretario nazionale della Cgil del dopoguerra), seguono il capitolo dedicato alle fasi storiche della lotta alla mafia, firmato da Francesco Palaia; quello firmato da Battaglia e dedicato a “Una lunga scia di sangue sulla strada dei diritti”, con le schede delle tante vittime; il capitolo dedicato a “I tentacoli della piovra sul miracolo economico (1960 – 1970)”; un’altra scheda su “Le mafie colpiscono anche in fabbrica”; quello intitolato “Dalla guerra di mafia ai nostri giorni”. Si prosegue con un’altra scheda dal titolo “Nasce il movimento antimafia ma i delitti non si fermano” . E infine il capitolo dedicato a “Un conflitto mai terminato. Tredici storie per ricordarlo”. Ancora Battaglia verga la prima appendice su “Il prezzo di una scelta coraggiosa” dedicata a medici, avvocati, amministratori e sindaci assassinati i quali, pur non essendo sindacalisti, avevano appoggiato le lotte sindacali.

E infine la seconda appendice “In ricordo delle vittime delle mafie” che ricorda come il Parlamento Italiano abbia istituito dal 2017 la Giornata nazionale in ricordo delle vittime della mafia, che cade il 21 marzo di ogni anno, e che purtroppo quest’anno non sarà possibile celebrare come si deve come si era fatto negli ultimi anni, ovvero leggendo in piazza tutti i nomi del lunghissimo elenco delle vittime per mano mafiosa: un elenco di numerose pagine…

Un’opera, in definitiva, per non dimenticare e onorare la memoria di coloro che hanno contribuito e continuato a contribuire alla crescita della nostra democrazia, battendosi per alcuni dei valori fondamentali della Repubblica italiana: lavoro, giustizia sociale e libertà.

Salvatore Barbieri

L’articolo è stato pubblicato dal Corriere della Romagna del 19 – 3 - 2020.

 

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