LA MANOVRA SULLE DETRAZIONI D’IMPOSTA NEL DDL STABILITA’: LE PRINCIPALI DEBOLEZZE

La scorsa settimana (12 ottobre) abbiamo pubblicato una indagine sulla questione fiscale in Italia (consultabile sul sito www.ires.it )  incentrata sulla questione degli incapienti, vale a dire quella parte dei contribuenti – i più poveri – impossibilitati ad utilizzare detrazioni e deduzioni. 

A tale questione il ddl stabilità non da praticamente alcuna risposta ma anche sulle modalità di intervento a favore del lavoro dipendente segnala altri punti critici.

Elenchiamo su tale aspetto quelli che consideriamo  i principali difetti secondo il testo in circolazione:

  1. La manovra sulle detrazioni d’imposta è fortemente inadeguata, sia perché l’aumento della detrazione di pertinenza del lavoro dipendente si applica ad una platea di contribuenti ridotta, sia perché  l’entità dello sgravio accordato ai soggetti interessati è irrisoria;
  2. La platea dei destinatari esclude aree rilevanti: infatti, riguarda 4 contribuenti su 10, vale a dire coloro che dichiarano redditi da lavoro dipendente (e assimilati) tra gli 8 e i 55mila euro. Sono pertanto esclusi dal beneficio tutti i pensionati e tra gli incapienti 3,8 milioni di lavoratori dipendenti;
  3. Non solo lo sgravio è molto basso, ma nella  fascia dei contribuenti in cui si concentrano i dipendenti (circa 3,5 milioni tra i destinatari dello sgravio)-ossia la fascia tra i 23 e i 28 mila euro- risulta relativamente penalizzata dalla manovra. Infatti, la prevista abolizione del comma 2 dell’art. 13 del TUIR (che prevedeva una maggiorazione della detrazione, fra i 10 e i 40 euro, proprio in corrispondenza di tali livelli di reddito) riduce significativamente la portata dello sgravio riservato a questa quota di lavoratori dipendenti;
  4. Infine, la prevista “razionalizzazione” delle detrazioni di imposta per oneri detraibili (art.17 comma 2 e 3 ddl stabilità) – attraverso una manovra da varare entro gennaio 2014,che deve rastrellare 500 milioni oppure con l’attivazione di una clausola di salvaguardia consistente  nella riduzione ( e quindi con un intervento che non seleziona) fin dal 2013, della percentuale di detraibilità – determinerà un effetto opposto a quello prodotto dall’aumento della detrazione per lavoro dipendente. Ad essere penalizzati saranno soprattutto i lavoratori dipendenti economicamente più esposti (a causa di interessi sui mutui, spese mediche, spese di istruzione per i figli,ecc.)  e quelli che dichiarano redditi più modesti.

Tutto ciò segnala la necessità di rivedere il capitolo delle detrazioni d’imposta, sia per la quantità delle risorse a disposizione, che per la qualità dell’impianto, se si intende definire scelte basate sull’equità.

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