CULTURA “DELLA” TRANSIZIONE ECOLOGICA O “COME” TRANSIZIONE ECOLOGICA?

"Social, cultural and environmental contexts are time and space specific. To attend the purposes of reducing complexity, correlate one another phenomena that seem untidy and chaotic and facilitate handy communication for policy arenas, the assessments often may flatten and trivialise the phenomena’s complexity or crush a concept on the indicator and masking or even hiding paradigms, ideologies and assumptions." (Battaglini E. (2015), "Assessing culture in sustainable development". In J. Dessein, K. Soini, G. Fairclough and L. Horlings (Eds), Culture in, for and as Sustainable Development. Conclusions from the Cost Action 1007 Investigating Cultural Sustainability, Jyväskylä, Jyväskylä University Press, pp. 50-54.)

Cosa significa parlare di cultura per lo sviluppo sostenibile?

  1. Significa sfidare la normatività di politiche di sviluppo che si pretendono implementare in qualsiasi contesto spaziale e temporale.
  2. Implica riconoscere le diverse domande sociali e i differenti valori attribuiti dalle comunità locali alle risorse.
  3. Vuol dire gestire la transizione da politiche top-down a modelli di Community-led Local Development.

Infine, sul piano teorico/concettuale, implica sfidare il paradigmi riduzionisti e antropocentrici e tematizzare - finalmente - la relazione simmetrica tra sistemi naturali e sistemi sociali. Che significa, in altre parole, pensare che la specie umana, e le risorse naturali, siano legate ad uno stesso destino.

Il volume Culture in, for and as Sustainable Development, a cui Elena Battaglini, nostra senior scientist ha contributo, illustra i concetti principali e gli indicatori culturali implicati nelle politiche di sviluppo sostenibile e inclusivo. Si rivolge non solo alla comunità scientifica, ma anche ai principali stakeholders e gli operatori delle politiche industriali attente alle sfide dell'Agenda ONU 2030.

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