Fulvio Fammoni

Commento ai Istat sui prezzi al consumo - febbraio 2023

L’inflazione di febbraio si attesta al 9,2% (contro il 10% di gennaio). Si parla, sulla base di questi dati, di un rapido rallentamento del meccanismo inflattivo, affermazione statisticamente vera, ma nella realtà, per le persone si conferma un’inflazione molto alta ed aumenti ancora superiori sui prodotti che riguardano maggiormente le famiglie meno abbienti. 

Commento ai dati Istat “Occupati e Disoccupati Gennaio 2023”

A gennaio 2023 l’occupazione cresce leggermente e, fortunatamente, riguarda in modo quasi esclusivo, quella femminile.

Il tasso di occupazione sale al 60,8% (51,9% per le donne, ancora di oltre 17 punti inferiore a quella degli uomini) e il numero totale degli occupati torna a superare 23 milioni e 300 mila unità.

Tutto bene, dunque? Non proprio.

Dati ISTAT su prezzi al consumo Gennaio 2023

Anche a Gennaio 2023, nonostante il calo dei prezzi energetici, l’inflazione non scende sotto il 10% su base annua.

Per il 2023 il livello già attualmente acquisito è del +5,2%; è prevedibile quindi per fine anno un livello di inflazione medio attorno almeno al 6%. Il rallentamento rispetto al 2022, come detto, è legato al calo dei prodotti energetici, ma in buona parte compensato dall’aumento degli alimenti lavorati, dai costi per l’abitazione e dall’aumento dei prezzi degli acquisti a più alta frequenza.

Commento a Istat Occupati e Disoccupati Dicembre 2022

Anche nel mese di dicembre il mercato del lavoro italiano è sostanzialmente stazionario: nello scorso mese gli occupati sono cresciuti di +37mila unità mentre a novembre erano calati di -25mila. 

Il 2022 continua dunque a vederci, con poco più del 60%, nella fascia più bassa del tasso di occupazione europeo; circa 10 punti in meno della media della UE a 27.

Commento a Istat Occupati e Disoccupati Novembre 2022

A novembre 2022 gli occupati tornano a calare (-27mila) così come il tasso di occupazione (60,3%).

SI conferma –dunque- che per commentare l’andamento dell’occupazione è bene evitare toni trionfalistici ad ogni piccolo picco, così come il contrario durante le flessioni come in questo mese. La realtà è che l’andamento dell’occupazione italiana è stazionario e che restiamo stabilmente nella fascia più bassa del tasso di occupazione europeo.

Commento dati ISTAT prospettive per l’economia italiana 2022-2023 (dicembre 2022)

L’analisi Istat sulle prospettive per l’economia italiana conferma per il 2023 un rallentamento notevole della dinamica del Pil italiano (dal +3,9% del 2022 al +0,4% del 2023). E’ uno scenario che però si basa su ipotesi favorevoli relative sia al percorso di riduzione dei prezzi che sulla completa attuazione degli investimenti pubblici previsti per il prossimo anno ed i possibili problemi sono molti. La completa attuazione del piano di investimenti pubblici, di cui il PNRR è parte essenziale, è attualmente in difficoltà per i ritardi che sta accumulando.

Commento dati ISTAT Occupati e disoccupati

L’aumento degli occupati di ottobre (+82mila) porta in sostanziale parità (-4mila) il confronto tra il trimestre agosto/ottobre 2022 e quello precedente.

Il tasso di occupazione conseguentemente sale al 60,5%, il dato più alto per le serie storiche italiane ma che continua a vederci, come negli anni precedenti, di circa 10 punti sotto la media europea, anche di paesi con una disoccupazione più alta della nostra e che, per quota prevalente, è dovuto alla diminuzione delle persone in età da lavoro.

"117mila lavoratori dipendenti in meno in un solo mese", commento ai dati ISTAT su Occupati e Disoccupati (Agosto 2022)

Per il secondo mese consecutivo l’occupazione cala, in agosto però in numero molto preoccupante.

Il dato complessivo di -74mila occupati è il risultato di una crescita di +42mila indipendenti e di un crollo di ben -117mila lavoratori dipendenti, di cui l’81% a tempo indeterminato (-95mila). L’occupazione totale resta ancora di poco sopra i 23 milioni e quella dei dipendenti i 18 milioni; ma con queste tendenze potremmo tornare già dal mese prossimo sotto questi livelli e il futuro trimestre luglio-settembre potrebbe, dopo molto tempo, avere segno negativo.

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