Crescono i precari, scendono i salari. L'altra faccia della ripresa
In uno studio della Fondazione Di Vittorio i dati aggiornati sulla reale natura dei contratti di lavoro. A ottobre record di precari: tre milioni e 67 mila.
In uno studio della Fondazione Di Vittorio i dati aggiornati sulla reale natura dei contratti di lavoro. A ottobre record di precari: tre milioni e 67 mila.
Ad ottobre 2021 l’occupazione cresce di +35 mila unità (solo uomini) rispetto al mese precedente. Si tratta di una crescita veramente esigua (+0,2%) se rapportata all’andamento del PIL che, invece, nel 3° trimestre di quest’anno è cresciuto del +2,6% (rispetto al 2° trimestre).
Nel secondo trimestre del 2021, tramite i dati delle comunicazioni obbligatorie, si osserva una forte ripresa del numero di dimissioni volontarie, pari a circa mezzo milione di persone: 292 mila lavoratori e 191 mila lavoratrici. L’incremento c’è, anche se in termini percentuali è molto diversificato in relazione al periodo preso a riferimento per il confronto.
Articolo di Fulvio Fammoni, presidente FDV, pubblicato su Collettiva.it
Identificare istruzione e formazione come elementi imprescindibili per raggiungere opportunità, altrimenti precluse al cittadino, non può essere solo uno slogan o buona intenzione. I dati Istat sui livelli del 2020, certificano –infatti- che questi percorsi sono preclusi ad un grande numero di cittadini: il -12,7% di laureati rispetto alla media europea (20,1% IT/32,8% UE), con una distanza che non si accorcia ma addirittura aumenta per quanto riguarda i diplomati con il -16,1% (62,9% IT/79%UE).
Articolo di Fulvio Fammoni, presidente FDV
Dopo sei mesi di crescita, e per la seconda volta consecutiva, l'Istituto di statistica registra un'emorragia di posti di lavoro.
Articolo di Fulvio Fammoni, presidente FDV, pubblicato su Collettiva.it
Per la seconda volta consecutiva, dopo sei precedenti mese di crescita, cala l’occupazione in agosto e in modo significativo (-80 mila unità) quasi tutta nel lavoro dipendente (-76 mila). Non è l’unico problema che si osserva. Infatti, questo calo di occupazione si riversa prevalentemente in inattività che cresce di +64 mila unità.
Il 3° trimestre del 2021 inizia con un segno negativo. A luglio, infatti, gli occupati calano di -23 mila unità rispetto al mese precedente. Il calo è il risultato di una contestuale diminuzione degli indipendenti (-47 mila unità) e di una crescita dei dipendenti (+24 mila unità), quest’ultimi ugualmente distribuiti tra permanenti e a termine.
L’occupazione a giugno, sotto la spinta della ripresa del 2° trimestre, cresce rispetto al mese precedente di +166mila unità.
Era una crescita attesa, legata anche all’avvio del periodo estivo. Rispetto ai mesi precedenti c’è un aumento degli occupati permanenti, al momento non completamente imputabile a nuova occupazione o al rientro da cassa integrazione di durata superiore a più di tre mesi (elemento, ovviamente, essenziale per dare un giudizio compiuto sulle dinamiche del mercato del lavoro).
Occupazione: una crescita molto lenta e totalmente precaria.
I dati Istat di maggio relativi a occupati e disoccupati confermano, nonostante la parziale ripresa del Pil in atto, non solo una crescita lentissima dell’occupazione, ma la sua pressoché totale precarizzazione.
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