Carrera F.

Le prestazioni sociali tra universalismo e selettività

Nei quindici anni intercorsi dal varo della Legge 328 del 2000 di riforma del sistema dei servizi socio-assistenziali si sono verificati nel nostro Paese enormi cambiamenti di natura economica, sociale, istituzionale. Sul versante delle trasformazioni sociali (dai crescenti bisogni di cura alle necessità di conciliazione, alle modalità di inserimento nel mercato del lavoro), citiamo qui in maniera sintetica la ripresa dei fenomeni di povertà ed esclusione sociale, su cui ha ovviamente molto influito la crisi economico-finanziaria degli ultimi anni. Le dinamiche in corso nel sistema di welfare territoriale italiano, aggravate e influenzate dalle pesanti restrizioni finanziarie operate in particolare sulla spesa sociale – sia centrale che locale – hanno fatto emergere nuovi profili di vulnerabilità accentuati, oltre che dalla crisi, da un orientamento nazionale minimalistico e dimentico dell’equità territoriale-nazionale.

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Contrattare la qualità della vita. I territori, i soggetti, le politiche.

E se fosse possibile? Se davvero il sogno di una realtà “vivibile” per ogni età si potesse realizzare? Se anziani e giovani trovassero le risposte alle loro domande, ai loro bisogni di mobilità, di socialità, di qualità e accessibilità dei servizi? Certo che sì, è un obiettivo senz’altro raggiungibile, anche se la strada è lunga e piena di ostacoli.

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Immigrazione e sindacato - VII Rapporto

Il fenomeno dell'immigrazione viene qui affrontato attraverso un'analisi specifica dedicata a tre concetti chiave: il lavoro, la cittadinanza e la rappresentanza. Da sempre quello delle migrazioni è un tema complesso in cui una molteplicità di attori e fattori è all'origine di importanti cambiamenti nelle società ospitanti, in quelle di transito e in quelle di origine.
Non si può più continuare a valutare l'immigrazione come un evento casuale da gestire in modo «emergenziale»; si tratta di un fenomeno strutturale e, soprattutto, di un'importante risorsa per il nostro paese.
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Immigrazione, sfruttamento e conflitto sociale. Una mappatura delle aree a rischio e quattro studi di caso territoriali

Ciò che accadde a Rosarno nel gennaio 2010 non va considerato un fatto a sé stante, una  questione eccezionale di ordine pubblico in cui affiorarono gravissimi atti di razzismo e xenofobia, tralasciando di cogliere le cause che hanno portato a quella rivolta. La ricerca ha evidenziato che esistono almeno quindici realtà territoriali, collocate al Sud, a rischio di conflittualità sociale, a causa di profondi squilibri territoriali e di sviluppo.

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