conflitto sociale

Annali Fondazione Giuseppe Di Vittorio 2015. Operai, fabbrica, Resistenza

Con gli scioperi del marzo 1943 nelle fabbriche del nord-ovest ricompare il conflitto sociale che il fascismo aveva negato con la forza della legge, con il sindacato corporativo, con l’apparato repressivo dello Stato. Nei due anni che seguono, nel contesto della guerra “totale”, il conflitto come un flusso carsico attraversa le concentrazioni industriali più importanti del paese. Non solo Torino, Milano, Genova, ma tutti i distretti industriali connessi ai grandi centri urbani.

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Un territorio e la grande storia del ‘900

Lavoro e conflitto sociale sono stati i terreni su cui, a partire dalla propria condizione, le lavoratrici e i lavoratori hanno costruito percorsi di affermazione di diritti e poteri degli uomini e delle donne all’interno del lavoro e fuori di esso, e hanno messo in campo un punto di vista autonomo sulla società fondato sulla solidarietà e l’uguaglianza. Questo è stato, a fronte della crisi del liberalismo ottocentesco, il passaggio decisivo, su cui si è venuto storicamente misurando il tema della democrazia di massa e dei diritti in una società di diseguali.

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